LOCKE
La difesa dell’empirismo La figura di Locke, con la sua difesa dell’empirismo, rappresenta l’altra grande alternativa dei pensiero seicentesco: da una parte il razionalismo di Descartes (Cartesio, per chi non l’avesse capito, che intendeva la ragione come una tecnica che procede in modo autonomo e geometricamente, cioè utilizzando solo le idee chiare e distinte in un ordine rigoroso), e dall’altra, appunto, la filosofia di Locke e dei pensatori a lui successivi quali Hume e Berkeley. Eppure l’empirismo non voleva negare l’importanza della ragione. Esso sostiene invece che la ragione ha dei poteri, i quali sono però limitati dall’esperienza, intesa, quest’ultima, come la fonte e l’origine del processo conoscitivo, ed anche come il criterio di verità o lo strumento di certificazione delle tesi proposte dall’intelletto, che risultano valide solo se suscettibili di un controllo empirico. Saggio sull’intelletto umano Il capolavoro di Locke, il Saggio sull’intelletto umano (1690), è un esam